Khonghoryn Els, 10 giugno 2001

Una notte tranquilla, nella conca di roccia che accoglie il bivacco del Desert Challenge Mongolia 2001. Una bottiglia di casa nostra, tardi sulla stuoia che libera le confidenze dei componenti della spedizione. Edi non riesce a staccare gli occhi dalla volta celeste; piena di stelle brillanti. Pensieri che volano a casa, che ritornano sulla magia del luogo, il racconto di Roberto e del suo avvistamento, una notte simile di tanti anni fa, ed un sonno profondo che inizia non appena si chiude la cerniera del sacco a pelo.

L'ultimo "ordine" di Edi: "Io mi sveglio prima dell'alba, mi vesto e parto. Per voi la sveglia è il rombo della Transalp. Vado a cercare le incisioni rupestri e vi aspetto la. Seguite le tracce della mia moto, mi troverete."

Ed infatti, alcune ore più tardi, dopo aver cercato sulla montagna, dopo aver tentato invano di avere risposte in una lingua incomprensibile dagli abitanti delle "Gher", ecco Zurag Chulu, e le sue pietre incise da mani probabilmente molto antiche. E' un po' come scoprire qualcosa di nuovo che affonda le radici in un passato, o riaprire un discorso.

Poi di nuovo in marcia: il Gobi non ha troppa simpatia per i pelandroni.

E' un deserto durissimo, sul quale il caldo si abbatte senza pietà, ma sul quale si possono rovesciare nuvole gigantesche arrivate chissà da dove con la velocità del lampo che generano.

E c'è ancora un passaggio difficile, che Edi affronta prima del tramonto: le dune di Khonghoryn Els, cordoni a perdita d'occhio in mezzo ad una vallata incantevole, spruzzata di verde tenue sui bordi dilavati da piogge recentissime. La Transalp condotta dal Campione non ha difficoltà a passare, ma lo stesso non si può dire per le Uaz della spedizione, che faranno sudare freddo i loro "driver" in un km infernale. Questo non toglie che, prima del buio, una nuova bottiglia perda la sua integrità un attimo prima del "rancio".