Ulaan Baatar, 6 giugno 2001

Il  Desert Challenge Mongolia 2001 è approdata in Mongolia, nella capitale dello stato dei Cieli Azzurri.
Un paese diverso, un incontro con una realtà che per dodici giorni sembrerà ad Edi Orioli un pianeta nuovo, totalmente inesplorato.

Nella Capitale Edi ha incontrato Roberto Ive, l'amico che non vedeva da venti anni, il bravissimo giornalista ed uomo di cultura profonda che da alcuni anni ha piantato le sue radici in Mongolia e che farà parte della spedizione del Desert Challenge. L'esperienza di un amico e la fortuna di potere sapere dalla voce fidata di un conterraneo è un'opportunità da non perdere.

Così, le ore dei primi due giorni si sono divise tra le operazioni fondamentali che la sfida richiede; prima fra tutte sdoganare l'Honda Transalp ed allestirla, preparala per affrontare uno dei viaggi più affascinanti ed al tempo stesso duri che una terra sconfinata come l'Asia consente e che non è certo un'impresa da sottovalutare.

La compagnia esperta e affettuosa di Roberto ha diluito ore frenetiche con momenti di suggestione e di concentrazione. Come a Gan Dam, in visita al tempio buddista, raccogliendo le idee e spiritualizzando la preparazione di un viaggio importante.

O come sull'altura che domina la sconcertante Ulaan Baatar, dalla scalinata del monumento all'amicizia mongolo russa. I briefing concitati di queste prime ore si svolgono al tavolo dei piccoli caratteristici ristoranti, bevendo birra locale e scorrendo con le dita e con la fantasia le mappe con il tracciato progettato per il Desert Challenge, riportando nei GPs i punti di destinazione.

Domani all'alba la piccola carovana muoverà dalla capitale con gli aghi della bussola e gli occhi puntati a Sud, verso Dalanzadgad, l'avamposto della spedizione.