Baga Gazryn Chulu, 7 giugno 2001

Un'area geografica compresa tra pochi km ed un paesaggio che cambia radicalmente. La steppa verdissima della Mongolia a Sud di Ulaan Baatar nella sua stagione più verde lascia il posto al deserto arido.

Nel breve spazio di una giornata il Desert Challenge Mongolia 2001 ritrova il suo "elemento", ed  il viaggio di Edi Orioli trova ed attraversa il portale del Gobi, il deserto che ha ispirato la nuova avventura. Stamani Edi si è svegliato prestissimo, richiamato dal grido di un'aquila che volava bassissima sulle rocce attorno al primo bivacco del Desert Challenge. Probabilmente il pilota e la sua Honda erano nel suo territorio.

Tra le gole rocciose del piccolo parco naturale di Baga Gazryn Chulu i resti commoventi di un piccolo monastero, uno fra le migliaia distrutti nel '38. Poche mura diroccate, ma chiari i segni dell'architettura del luogo religioso edificato come una diga tra le due pareti del canyon. Gli alberi sono ancora li e testimoniano la cura con cui questo piccolo e sperduto posto era stato strappato alla durezza della natura. e come la durezza degli uomini lo ha strappato ai suoi abitatori.

Edi, poi parte. la direzione è ancora Sud pieno. Scorre veloce nella pianura dell'altipiano, divide in due mandrie di cavalli; un piccolo ovoo su un'altura rocciosa attrae la sua attenzione. I simboli della preghiera (piccole bandiere colorate con l'incisione della preghiera) sventolano mosse dal vento costante. Edi sale finche la sua moto ce la fa, poi prosegue a piedi, ed a sua volta compie il piccolo rito buddista, poi ridiscende.

Intanto le due Uaz della spedizione lo raggiungono con molta fatica, la pista è dura, incostante, piena di buche e di avvallamenti, e le "storiche" 4x4 russe non sono certo i mezzi più veloci per affrontare questo deserto. Ma sono le uniche disponibili, ed anche le sole sulle quali i meccanici locali sanno mettere le mani.