Il
deserto dell'Atacama è il più arido del mondo, i pluviometri
ivi installati non sono spesso in grado di registrare una sola precipitazione.
La vita stessa sembra sospesa, in questo immenso territorio volentato
dal sole. Ma i colori incredibili e cangianti dei laghi salati delle
lagune lo rendono affascinante, nel contrasto con le distese bruciate
all'ombra della Cordillera delle Ande, con le sue cime perennemente
innevate ed i suoi cieli dal blu profondo.
Edi Orioli e la sua Honda Transalp, preparati per una sfida singolare,
solitaria e lontana dal clamore delle grandi corse che per 15 anni
sono state il teatro delle imprese del friulano. Una sfida progettata,
una missione personale, contro nessuno ma con l'animo di sottoporre
il fisico ed il mezzo ad una prova ai confini del limite, costantemente
sorvegliato e sfiorato.
Ed un programma stravolto nelle sue fasi iniziali dalla più
terribile rivoluzione climatica degli ultimi sessant'anni, che ha
portato l'inverno Boliviano ad amplificare gli effetti devastanti
del maltempo proprio nella zona centrale del Desert Challenge e
che ha spazzato via le strade e le case di San Pedro di Atacama,
dando quasi l'impressione di seguire Orioli nella sua avventura,
per renderla ancora più estrema. Durissimi i primi dei 2.700
chilometri in diciotto giorni, in uno scenario inaspettato ed a
tratti insospettabile in questa terra dove si rifiutano di vivere
anche gli insetti. Poi anche il clima è rientrato nei "ranghi",
ed il sole ha ricominciato a picchiare come un martello ed a spaccare
le rocce, restituendo ai paesaggi la loro asciutta bellezza. La
Honda di Orioli ha attraversato la Valle della Luna come in un sogno,
toccato la miniera di rame più grande del mondo in una visita
lampo; si è persa nell'immensità degli spazi della
Cordillera alla ricerca delle lagune più belle, fuori dalle
rotte convenzionali, mordendo con le sue gomme i fondi graffianti
di detrito vulcanico. Chilometri duri, ma bellissimi, indimenticabili,
dal silenzioso ed introspettivo deserto delle miniere abbandonate
del salnitro alle scogliere fragorose dell'Oceano Pacifico. Rotte
di avventura e di storia di un Paese che si è dimostrato
incredibilmente bello, scoperto nei suoi angoli più lontani
con lo spirito di una spedizione d'altri tempi, eppure solidamente
ancorata al suo presente tecnologico della perfetta moto o, per
esempio, dell'Osservatorio astronomico più importante del
globo.
Ogni giorno una scoperta, un brivido, una sfida.
L'assaggio del Lascar, il vulcano nascosto dalle sue nuvole di
attività e sorvegliato dalla Montagna Sacra, il quiescente
Licancabur; i test di adattamento alle quote più alte della
catena montuosa più lunga, e più bella, per prepararsi
alla sfida nella sfida: l'attacco all'Ojos del Salado, il vulcano
che è considerato quello attivo più alto del pianeta.
Difficile pensare ad una spedizione di alpinisti che incrocia
l'avventura di un pilota e della sua moto sulle stesse vie, eppure
Edi ha portato la sua bicilindrica ad un record, quello dei 5.592
metri sul livello del mare. Che non voleva essere un primato,
ma un modo semplice, seppure tremendamente impegnativo, di vivere
un'avventura nel solo modo che il pilota conosce, vale a dire
con il mezzo delle avventure di una vita.
Ma come già era accaduto in occasione del
1°Desert Challenge, nel "Deserto dei Deserti" del Ténéré,
la sfida è un pretesto per vivere un contesto avventuroso
nei termini di un'esperienza più introspettiva, che lasci
il tempo di sedimentarne le emozioni nel momento in cui è
vissuta. Un metro dopo l'altro l'uomo e la sua moto hanno conquistato
il versante innevato del vulcano, sin dove era possibile, ad un
passo dalla cima, poi, come nel cerimoniale degli alpinisti, è
spuntato fuori il tricolore, a suggellare la riuscita della avventura
e del progetto che è solo un anello di una catena ideale,
che porterà Edi Orioli e la sua moto in un altro deserto
ancora. Il prossimo sarà il Gobi, in Mongolia, che subito
qualcuno si affretta a definire il paesaggio più bello
del mondo. Non è un caso, spesso i luoghi più belli
sono quelli più inospitali e più inaccessibili,
come in un sogno o come nel paradiso terrestre, che ha le sue
condizioni.
Per Edi Orioli la condizione è un'altra:
quale di riuscire vivere le emozioni dei suoi viaggi ad un ritmo
più umano, e soprattutto di ricostruirle nell'immaginario
raccontato del diario di bordo di una viaggio indimenticabile.
Per realizzare questo, come il primo e come i prossimi
Desert Challenge, c'è bisogno di riunire una bella serie
di elementi, organizzativi, progettuali, di intento e di finalità,
e di sottoporsi a regole ferree, e soprattutto possedere, insieme
alle capacità fisica e tecnica, quella dote che è
il sapere vivere le emozioni immaginate.
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Il deserto di Atacama si estende
su una superficie di circa 42 mila chilometri quadrati nella regione
nord del Cile. E' il deserto più arido al mondo, ma ricco
di siti archeologici che testimoniano le antichissime origini
della civiltà atacamena.
La città più grande
è Calama (120 mila abitanti), ma l'oasi più importante
è San Pedro, il villaggio coloniale che sorge lungo l'omonimo
rio.
Periodo migliore: tutto
l'anno, ma da giugno a settembre il clima è più
fresco.
Documenti: passaporto.
Norme sanitarie: nessuna.
Lingua: spagnolo.
Valuta: pesos cileno, che
equivale a 4 lire.
Fuso orario: 6 ore indietro
rispetto all'Italia.
Indirizzi utili: ProChile
- Ufficio per il Turismo Cileno, Passaggio degli Osii 2 Milano,
tel. 02 864093 e 02 865769, e-mail: prochile@tin.it.
Consolato Generale della repubblica del Cile in Italia, via San
Pietro all'Orto 11, Milano, tel. 02 76016070.
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