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LEGGENDA UTILE

Taccuino. andare in Libia non è difficile, ma solo un po' complicato, ma ne vale la pena. E' un Paese con un profondo rispetto per la propria cultura, e la gente vive con consapevolezza questa era di transizione.
Soprattutto se si decide di visitare il deserto del Sud è bene dimenticarsi dell'estate e dei mesi centrali dell'anno. Può fare veramente molto caldo, ed in moto, si sa, l'aria condizionata non è neanche un optional.

Visti. Si possono ottenere, a patto di essere invitati, per esempio dalla stessa agenzia che curerà la logistica del nostro viaggio, in circa dieci giorni, all'ambasciata di Roma o al consolato di Milano.

Accessi. Per via aerea la Libia è collegata con l'Italia attraverso gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa, con frequenza bi-settimanale. Non ancora sviluppato il traffico dei charter. Via terra, per noi, la strada più conveniente è quella attraverso la Tunisia, Djerba ed il confine a Ras Adjir. Bisogna munirsi di un permesso di circolazione per la propria vettura (al confine) ed usare una targa libica che andrà restituita alla partenza. Una assicurazione libica costa una cifra simbolica ma, ci dicono, ha un valore simbolico in caso di incidente. Meglio provvedere con una estensione della propria polizza. La rete stradale libica è sufficientemente sviluppata per raggiungere tutti gli angoli del Paese, ed in buone condizioni. Molto frequenti i posti di blocco, soprattutto al Sud. Pazienza, i militari sono cordiali a registrare il nostro passaggio, soprattutto al Sud, è un servizio che può essere utile nel caso vi perdiate nel deserto. Vi verranno a cercare. La benzina costa uno scherzo, circa 130 "vecchie lire italiane al litro", ma non ci sono distributori tutti i 30 chilometri, bisogna prestare attenzione e fare il pieno in tutte le città.

Lingua. Se conoscete l'arabo ovviamente siete a posto. Altrimenti l'inglese, ed il francese nel Sud. La gente però è molto cordiale, e troverete sempre qualcuno disposto a farvi da interprete, e generalmente, sempre nel mio caso, potete fidarvi. I Libici saranno sempre orgogliosi di farvi conoscere gli aspetti migliori del loro Paese.

Moneta. La vita in Libia costa poco, ma gli alberghi "europei" sono cari. Il Dinaro Libico, che conviene cambiare al confine o in aeroporto, vale circa due terzi di Euro.

Approvvigionamento. Non ci sono particolari difficoltà. Potete fare la spesa ovunque e trovare tutto quello che vi serve. L'acqua è un bene prezioso ma reperibile ovunque. Ed è potabile ovunque. Ma potete fare scorta di coca cola o delle bevande che preferite (salvo gli alcolici, rigorosamente vietati). Oppure potete mangiare al ristorante. Il menù non è molto variato (molto in voga il pollo) ma buono e cucinato con cura. Al Nord, e soprattutto a Tripoli, non è difficile mangiare dell'ottimo pesce. Frutta e verdura sono "sicure"

Muoversi fuori pista. La cosa migliore è sapere il fatto proprio. Sapere dove andare, documentarsi ed installare l'ormai indispensabile GPS (Global Position Sistem) sul cuscotto dell'auto o sul manubrio della moto. E muoversi sempre con attenzione e prudenza. In alternativa la soluzione ottimale se non avete grande esperienze e avete qualche timore, non sarà difficile trovare una guida locale che vi guiderà senza problemi. ma bisogna fare attenzione perchè la maggioranza delle guide è pratica solo delle rotte turistiche più battute (a qualcuno, a volte, si improvvisa mettendo a repentaglio la riuscita di un viaggio appena fuori dai "classici"). Una buona guida, però, ha il vantaggio di farvi conoscere angoli del Paese poco battuti o ancora del tutto sconosciuti.

Tempo. Un viaggio in Libia, ed a maggior ragione un viaggio nel suo Deserto, richiede calma. Costruire un itinerario preciso con una precisa ed incalzante tabella di marcia è senz'altro la scelta più sbagliata. Tanto vale affidarsi alle cure di un viaggio organizzato, passare in rassegna i siti principali e tornarsene a casa. Per chi ha voglia di "andare oltre" la pazienza deve essere un "must". Io consiglio di disegnare un itinerario di massima, includendo pure tutte le possibilità, ma di muoversi tenendo conto dei "risultati di giornata". Se capita di rimanere affascinati dalla città vecchia di Ghat o Gadhames, per esempio, rinunciate pure ad un'altra tappa ma godetevi il luogo che state visitando fino in fondo. Nel deserto, poi, le tabelle di marcia sono "veleno": è facile rimanervi un giorno in più ed installare un nuovo bivacco, ed un altro ancora, e subire il fascino degli elementi puri che lo caratterizzano. Ma ne vale la pena, credete!

Edi Orioli