Edi Orioli. Back Home
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Per la diciassettesima volta torno a casa da una Dakar. Per cinque di queste sono rientrato anzitempo, a causa di un ritiro. Le altre volte, il biglietto d’aereo l’ho preso da Dakar, al termine della gara, e per quattro volte sul carrrello dei bagagli avevo il trofeo piùambito della storia dei rally raid. Quello di una vittoria. 12 volte ho partecipato con una moto, cinque con le quattro ruote. Questa ultima è stata una di queste.
Ci sono state volte che, tornando a casa, toccavo il cielo con un dito. In poche occasioni ero decisamente contrariato. Quando la corsa è andata storta non sono mai stato veramente capace di prenderla con filosofia. In ogni caso erano sentimenti decisi, chiari, in un senso o nell’altro.
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Questa volta, al termine della 27ma Telefonica Dakar provo un sentimento contrastante, non completamente definibile. Da una parte sono enormemente soddisfatto per la mia gara con una Isuzu che si è dimostrara auto eccezionale, che mi ha consentito di collaudare a fondo un mezzo al suo primo stadio di uno sviluppo che, credo, potrà portarla lontano.
Abbiamo portato a destinazione, sulla spiaggia del Lago Rosa, le nostre cinque macchine del Team Isuzu Clay Regazzoni. Abbiamo scoperto quanto siano affidabili sulla roccia delle piste marocchine, quanto siano sicure sulle impegnative sabbie della Mauritania, come sono addirittura divertenti laddove le dune rappresentano, per molti, un ostacolo insormontabile. Avremmo potuto anche ottenere un risultato dal sapore clamoroso, se solo non ci fosse stata quella terribile tappa di Tichit, con cento equipaggi fermati senza benzina nella piùterrificante tappa di herbe a chameaux che ricordi negli ultimi quindici anni. Per noi, per Pascal ed io, dormire una notte in macchina non è stata la fine del mondo, ma non è stata certo la stessa cosa per i motociclisti, costretti a scavare nella sabbia una buca nella quale ripararsi dal vento gelido della notte sahariana.
Il traguardo sul Lago Rosa conserva un certo fascino, anche se ci sei arrivato più volte. È il simbolo emotivo della fine di un’avventura, della fine di un lungo periodo di fatica e di tensione agonistica. Quasi la liberazione da un peso. Quest’anno le acque del lago non erano, come di solito, rosa. Ma non potevano forse esserlo.
Ed ecco perchè dall’altra parte sono infinitamente triste. In questa gara non bella, ma sempre difficile e durissima, questa volta ho perso un amico. Fabrizio Meoni questa volta non è tornato a casa. Io sono tornato all’abbraccio della mia famiglia, lui non lo farà mai più. E sua moglie ed i suoi figli non potranno più aspettarlo, con l’ansia, la tensione, la lunga attesa di chi a casa aspetta il ritorno di un pilota. Non più, a casa di Fabrizio. Per questo ogni sensazione, dal ricordo della fatica alle gioie di una gara portata a termine come avevamo programmato con un oiettivo un po’ ambizioso, sono permeate dalla sensazione di non riuscire a togliere il pensiero dal fatto più grave, dall’incidente che, in un solo attimo, si è portato via un nostro compagno di viaggio dell vita, uno col quale avevamo diviso le sfide e l’avventura affascinante della Dakar di tante edizioni felici.
Edi Orioli
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(6/12/2004) Presentata sul Cellina la Dakar 2005 del Team ISUZU Clay Reagazzoni
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In fretta, perche' non rimane troppo tempo. La Dakar 2005 parte il primo gennaio, da Barcellona. E non finisce mai di impegnare chi vi e' coinvolto.
Il progetto Team ISUZU Clay Regazzoni, di cui lo svizzero ex Ferrari sara' il manager, e' una iniziativa di MIDI Europe, importatore e distributore dei veicoli ISUZU in Italia, Francia e Svizzera. Il Team ISUZU Clay Regazzoni e' il seguito "logico" del riuscito esperimento dello scorso anno, condotto con lo scopo principale di acquisire l'esperienza necessaria per affrontare l'impegno di una partecipazione ufficiale.
A luglio il progetto Dakar 2005 era pronto. MIDI Europe, distributore generale ISUZU per l'Italia, aveva dato incarico a Didier Villechalane ed al team del concessionario francese di ISUZU di organizzare la parte logistica dell'operazione, e si assicurava i "servizi" di EDI ORIOLI, quattro volte vincitore della Maratona africana, al quale affidare la vettura di punta della formazione.
Nel frattempo veniva ultimata la preparazione delle cinque vetture impegnate nel progetto. Ai cinque, versatili Pick-up ISUZU D-Max, sono state apportate solo poche modifiche, tese ad assicurare la massima gestibilita' di un mezzo gia' collaudato in migliaia di esemplari distribuiti nel mondo. Gran parte del lavoro si e', invece, reso necessario per adattare le vetture alle esigenze, soprattutto di sicurezza, del Rally piu' impegnativo e difficile del Pianeta. I D-Max mantengono tutte le caratteristiche del modello di serie, e solo su quella condotta in corsa da Edi Orioli, che sara' coadiuvato dal "navigatore" Pascal Rosolen, sono stati introdotti elementi di preparazione delle sospensioni, dei freni e dell'impianto di sovralimentazione.
L'obietivo del progetto Team ISUZU Dakar Clay Regazzoni e' quello di confermare l'affidabilita' delle macchine, della struttura e dei piloti. E' un obiettivo impegnativo ed ambizioso, perche' si tratta di portare fino al traguardo di Dakar cinque vetture su cinque al termine di una competizione di sedici giorni e 10.000 chilometri.
Equipaggio ISUZU D-Max #330:
Edi Orioli, Pascal Rosolen
Team Manager: Clay Regazzoni
Coordinemanto Progetto: MIDI Europe
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(26/9/2004) EDI ALLA DAKAR CON ISUZU
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Il 26 settembre in occasione del salone Mondiale dell’automobile svolto a Pargi, si è svolta una presentazione del team “ISUZU Clay Ragazzoni”, Edi Orioli sarà di nuovo tra i protagonisti della grande classica delle gare africane la Dakar, sarà pilota di punta e guiderà il nuovo PIK UP D-MAX 3000 c.c. turbo diesel.
Tutta l’operazione sarà gestita da Midi Europe importatore per Italia, Francia e Svizzera e in parte supportato dalla Isuzu Motors Giappone.
Il Team Manager Clay Ragazzoni si è detto fiducioso e soddisfatto di avere l’onore di fare il Team Manager per un marchio lader in tutto il mondo e soprattutto in Asia, la squadra sarà composta di quattro PIK UP D-MAX in gara, il quinto sarà guidato da Clay Ragazzoni come macchina dedicata alla stampa a seguito della gara, ed un grosso camion DAF che farà assistenza per tutti i mezzi.
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