Clay Regazzoni Team Isuzu - Lisboa-Dakar 2006
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Tan Tan, 4 gennaio 2006.
Stephane Peterhansel ha vinto la Ouarzazate-Tan Tan, ed avvicina le tre Volswagen in fuga in una gara che si annuncia di fuoco sulle torride piste della Mauritania. Lo spagnolo Carlos Sainz, non ostante una foratura, resta al comando della classifica generale. La gara diventa molto bella, ma perde un altro dei suoi protagonisti. Edi Orioli, infatti, è stato costretto questa mattina al ritiro. Ancora una volta a fermare il D-Max ISUZU e l'equipaggio Orioli-Rosolen è stato un fatto insolito, e deprecabile. Un sorpasso, manovra che dovrebbe essere un'operazione tra gentlemen, e facile da quando è stato introdotto il "Sentinel", un allarme che si inserisce quando un concorrente aziona il clacson per effettuare un sorpasso. Non lo ha sentito, o non ha voluto sentirlo l'equipaggio dell'Hino che precedeva la macchina di Orioli. Dopo ripetuti tentativi, ed anche per evitare di perdere troppo tempo nella polvere sollevata dall'Hino, Orioli ha deciso di effettuare l'unica manovra possibile in questi casi, quella di tagliare una curva in fuoripista. Malauguratamente proprio nel momento del sorpasso, il vento ha cambiato direzione ed ha portato sulla traiettoria di Orioli la polvere del camion. In questo modo né Orioli né il suo navigatore Pascal Rosolen hanno potuto vedere il masso che si nascondeva nel fuori pista. L'impatto è stato forte ed ha provocato la rottura di un unibolt del braccio della sospensione destra dell'Isuzu D-Max. purtroppo il pezzo, generalmente indistruttibile e relativamente semplice da sostituire, non era sulla macchina e così, dopo aver atteso a lungo alla ricerca di una soluzione impossibile, Orioli ha deciso di tornare lentamente sui suoi passi ed è rientrato a Ouarzazate.
Dopo il ritiro di Hubert Auriol di ieri, quello di Orioli oggi è il segno inequivocabile che l'imponderabile può sopraggiungere, alla Dakar, con effetti davvero spiacevoli.
Orioli, ed Auriol prima di lui, erano dispiaciuti dell'esito della loro corsa:
"Non ci posso credere! – Ha detto il friulano - Buttare all'aria una anno di lavoro, e vedere vanificato l'impegno di un'intera squadra, per circostanze di bassa caratura, è frustrante. Alla Dakar, d'altra parte, non è la prima volta, né sarà l'ultima, che un progetto con i fiocchi sia costretto termini con una resa incondizionata. Dico questo con una certa sicurezza, perché la macchina andava a meraviglia. Il suo comportamento ci faceva legittimamente sperare in un risultato che avrebbe ripagato degli sforzi e dell'impegno. Che tutto sia finito così è quasi un'ingiustizia. Ma è anche perfettamente nelle regole di questo sport e di una gara difficile come la Dakar".
Hubert Auriol è stato raggiunto a Parigi ed è stato lapidario:
"Peccato. Peccato davvero. Dopo dieci anni di lontananza, ero tornato ala guida di una vera macchina. Il D-Max mi ha addirittura sorpreso per l'efficienza dimostrata. Purtroppo tutto questo si traduce nella consapevolezza di essere in possesso di un enorme potenziale e nella tristezza di non averlo potuto sfruttare. Che dire di più? Una sola cosa. Isuzu deve continuare, perché questa macchina è pronta per entrare nel "pack" di quelle che contano nei rally africani".
Ufficio Stampa Midi Europe
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Clay Regazzoni Team Isuzu - Lisboa-Dakar 2006
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Ouarzazate, 3 gennaio 2006.
La giornata che installa tre Volkswagen in testa alla Dakar 2006, quelle di Sainz, Saby e della tedesca Kleinschmidt, è anche quella non troppo fortunata per l'equipe del Team Isuzu Clay Ragazzoni. Edi Orioli ha accusato un problema stupido ma determinante, la rottura della ventola di raffreddamento del radiatore, che avrebbe otuto metterlo definitivamente KO. La beffa oltra il danno rappresentata dal fatto che il problema si è presentato proprio all'inizio del tratto di dune di Merzouga, l'unico della speciale di oggi lunga 386 chilometri. Vale a dire nella situazione nella quale la meccanica è maggiormente sollecitata.Edi Orioli non ha potuto far altro che attendere, e quindi procedere lentamente, in modo da non aggravare la situazione. Al traguardo il friulano era battuto: "Quando ti capita una cosa costi viene da pensare ad una congiura, ad un'imboscata. Alla presenza di un cecchino dietro alle dune. Un guasto di questo genere non succede mai, è un imprevisto assoluto. Ma è ancheuna di quelle circostanze nelle quali uno si sente impotente. Non c'è niente da fare, se non procedere con estrema cautela e cercare di raggiungere l'arrivo per poter ripartire il giorno seguente. Una vera disdetta (ha la classifica in mano e legge) all'arrivo nella zona delle dune eravamo nei primi trenta, e sono sicuro che sarebbe stato un buon giorno per noi. Sulla sabbia il D-Max si è rivelato particolarmente efficiente, e nel successivo tratto di navigazione avrei potuto contare sulla mia esperienza. Sono abbattuto, ma non battuto."
Diversa la sorte toccata ad Hubert Auriol, sebbene i motivi per gli stessi motivi. Anche Auriol ha accusato problemi di surriscaldamento, questa volta da attribuirsi alla rottura di un manicotto del circuito di raffreddamento. Un motivo ancora più avvilente, ma intanto la vettura numero 350 risale pian piano verso Er Rachidia.
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Euromilhoes Dakar 2006.
Er Rachidia, 2 gennaio 2006.
La prima tappa di Edi Orioli del D-Max ISUZU n.349 si è conclusa con un bellissimo 30mo posto assoluto. E nella generale il friulano è salito ancora, ed ora occupa la trentesima posizione. Hubert Auriol, con il secondo D-Max, ha concluso ancora una volta in 50ma posizione. Per il francese la tappa è stata difficile, poiché per evitare un motociclista sulla pista, il francese ha dovuto sterzare bruscamente ed è finito in un canale profondo per uscire dal quale ha dovuto penare non poco. In più ha danneggiato la protezione inferiore del D-Max. un ritardo niente affato preoccupante, in cambio della conferma della solidità delle vettura.
La tappa è stata vinta dal prototipo auto costruito di Jean Louis Schlesser, che ha regolato Masuoka e Peterhansel giunti nell'ordine alle spalle dell'ex campione di endurance. Al termine della terza tappa, un po' a sorpresa, in testa alla generale si trova Joan "Nani" Roma, che solo due anni fa aveva ottenuto, in sella ad una moto, il primo ed unico successo per gli spagnoli. In ritardo invece Carlos Sainz, che nella difficile navigazione della tappa di oggi ha perso la leadership scendendo al quarto posto della assoluta provvisoria.
"No, la navigazione non era il problema della tappa tra Nador ed Er Rachidia". , ha detto Edi Orioli al termine della bella performance. "C'era da stare attenti ai molti incroci di piste ed aicambi di direzione. Ma tutto era bene indicato nel road book, e credo dunque che solo un'eccessiva disinvoltura possa aver portato ai numerosi errori della giornata. Piuttosto la speciale, lunga oltre trecento chilometri, si è dimostrata assai pericolosa. La pista era generalmente molto veloce, ma con numerose buche e canali trasversali, spesso molto profondi. È un'insidia particolare, perchè se non si è molto concentrati non è difficile finirci dentro e distrugger la macchina. Io stesso mi sono trovato n due o tre situazioni limite. Hubert, invece, è finito dentro una buca, ma non per colpa sua. Si è trovato un motociclista che "zig-zagava" nella polvere, e non lo ha visto che all'ultimo momento. Per evitarlo è finito nella buca ed ha danneggiato seriamente la protezione sotto il motore. Niente di grave, solo un po' di tempo perso. Lui non era affatto preoccupato e, se devo dire la verità, io sono addirittura rassicurato dalla robustezza dimostrata dal nostro D-Max.
Domani la tappa potrebbe essere ancora più impegnativa. Ancora una speciale lunga e veloce, ma con le prime dune da attraversare per raggiungere Ouarzazate.
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Malaga, 1 gennaio 2006.
Edi Orioli molto concentrato, Hubert Auriol in fase di "inserimento". Questa è la fotografia che si potrebbe immaginare dei due piloti ufficiali Isuzu alla fine della fase europea della Dakar. La 28ma edizione è iniziata in maniera "anomala". È impegnativa sin dalle prime battute, contrariamente alle ultime edizioni nelle quali ci aveva abituati ad un avvicinamento sin troppo noioso. Edi e Hubert sono d'accordo su una cosa importante. Dopo due sole tappe i mezzi sono già stati sottoposti ad un primo test alquanto serio e, incrociamo pure le dita, probante. Dunque i D-Max si rivelano immediatamente auto adatte ad affrontare la parte più dura e cruciale della corsa.
Tra Portimao e Malaga è stata disputata la seconda tappa, con una speciale sulla falsariga di quella inaugurale. Solo un poco più lunga, 115 chilometri, e "umida", poiché le piogge dei giorni scorsi, seppure sporadiche e non troppo abbondanti, hanno "allentato" il terreno sabbioso, rendendo la vita difficile soprattutto ai pneumatici, costruiti per il deserto secco e poco a loro agio nelle pozzanghere fangose del sud del Portogallo.
Orioli ed Auriol si sono ripetuti sullo "standard" della prova di apertura, comunque migliorando, magari di poco, la loro prestazione. "Quello che conta", esordisce il friulano, "è capire come va la macchina, e metterla in condizione di affrontare l'intera Dakar. Per questo ci siamo concentrati sull'"ascolto" dei segnali che il D-MAX emetteva ad ogni chilometro che passava. Sono segnali rassicuranti. Il lavoro dei tecnici è stato buonissimo. Anche oggi la tappa è stata bella, decisamente eccitante a causa del pubblico, da mondiale di rally. Ad ogni curva cieca, ce ne sono molte in queste piste, la paura era quella di trovare i tifosi in mezzo alla strada. Decisamente un tifo fuori dall'ordinario".
Stesse considerazioni da parte di Auriol, che dunque non ripetiamo per fare posto all'unica "critica" venuta dal francese. "Il sedile della mia D-Max è stato fissato troppo avanti, evidentemente prendendo come riferimento la statura di Edi. Per questo io, che sono un poco più alto, mi sento un poco a disagio. Stasera i meccanici lo sposteranno in una posizione più adatta alle mie caratteristiche, e tutto dovrà filare liscio".
Orioli ed Auriol sulle loro posizioni, dunque. L'uno in 37ma posizione e l'altro in 50ma. Una posizione guadagnata anche nella generale, ma lasciamo questo dato alla soddisfazione della pura curiosità.
Meno curiosa e più "seria" è l'analisi della prima parte della corsa, in generale. L'asso pigliatutto delle prime due tappe è l'ex campione del mondo di Rally, Carlos Sainz. Al debutto nei rally africani lo spagnolo ha steso immediatamente sul tavolo da gioco le sue carte migliori che sono, come indicava Orioli ieri, il talento e la regolarità. Vi sembra poco? No, e non lo sembra neanche alla "concorrenza", che comincia a vedere nel "novellino" un osso duro nella prospettiva dei prossimi giorni di gara. Dovesse confermarsi su questa linea di efficienza, Sainz potrebbe rappresentare molto più di una piacevole sorpresa. Nuovi guai, piccoli, in verità, per il campione in carica, Stephane Peterhansel, che ancora una volta ha bucato una gomma. L'Africa, però, è ancora tutta da giocare, e non c'è niente per cui allarmarsi. Sarà senza dubbio, lo rivelano i "conti" iniziali di questa Dakar dei record, una contesa particolarmente accesa, senza evidenti o macroscopici dislivelli tra i maggiori aspiranti al successo finale.
Intanto la carovana attraversa il Mediterraneo e sbarca in Marocco. In programma un "tappone" di 672 chilometri, una speciale di 387, e il primo bivacco ad Er Rachidia.
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Clay Regazzoni Team Isuzu - Lisboa-Dakar 2006
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Portimao, 31 dicembre 2005.
"Secondo me, se c'è un pilota del WRC che può avere un futuro in una gara difficile lunga come la Dakar, ecco, questo è Carlos Sainz". Orioli apre l'intervista con la televisione americana con questo giudizio sul vincitore della prima tappa della Dakar 2006. e continua: "Saincz ha dalla sua quella che io ritengo essere una caratteristica vincente: la regolarità. Va da sé che è fortissimo e guida in un modo speciale, ma nelle gare africane questo non basta. Le risorse devono essere amministrate con eccezionale oculatezza. Sainz può riuscire in quello che altri piloti provenienti dai rally tradizionali non sono riusciti a fare."
Bene, così Orioli ci toglie anche il lavoro, e parla lui del vincitore della prima tappa della corsa. Saremo noi, allora a dire di come è andata a lui. Cominciamo dal risultato: trentaseiesimo assoluto. Niente male. Proprio niente male nella tappa di debutto del nuovo D-MAX. una speciale lunga, guidata. Molto bella ed impegnativa. Tutta tracciata sulle piste molto sinuose tra gli alberi da sughero. Un momento di tensione particolare ha animato l'abitacolo della Isuzu numero 349. Quello nel quale il filo di un impianto accessorio esterno ala vettura è entrato in contatto con il radiatore e si è surriscaldato. Edi e Pascalo Rosolen hanno per un attimo temuto il peggio, poi Orioli ha spento un interruttore e la gara è proseguita.
Così alla fine della speciale c'era soddisfazione. Anche Auriol, che ha guidato con tutta la calma e l'attenzione possibile per non rischiare di rovinare tutto alla prima speciale del rientro dopo anni di lontananza dall'abitacolo di un'auto, era soddisfatto: "il D-Max si guida che è un piacere. Il suo comportamento è neutro e si può affrontare la pista nella migliore condizione possibile. Tutto da verificare e da confermare in Africa, naturalmente, ma sono d'accordo con Edi quando afferma che la vettura è molto equilibrata e divertente".
Era soltanto la prima tappa, e mancano ancora quasi 9.000 chilometri alla fine della Dakar, ma intanto al corsa è partita con un vera speciale, e per la seconda tappa, quella che da Portimao porterà la carovana dei 775 concorrenti fino a Malaga, attraversando la prima frontiera dell'edizione 2006.
Vittoria dunque per il pilota WRC Carlos Sainz, con il vincitore in carica, Stephane Peterhansel, attardato da una foratura. In buona forma anche Bruno Saby, terzo, e la Kleinschmidt. Un poco sorprendente, invece, il sesto posto assoluto di Nani Roma. Lo spagnolo, che dopo aver vinto due anni fa in moto adesso è passato al volante di una "Mitsu" ufficiale, conferma con le quattro ruote il talento dimostrato con le due.
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Clay Regazzoni Team Isuzu - Lisboa-Dakar 2006
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Lisbona, 30 dicembre 2005.
La squadra è pronta. Edi Orioli ed Hubert Auriol hanno concluso le operazioni preliminari di verifica. Sono le procedure protocollari, ma non solo di pura routine, di avvicinamento alla gara. Che prenderà il via il 31 con la disputa della prima speciale alla volta di Porto Maio, sud del Portogallo dal quale parte questa 28ma edizione della Dakar.
Non di meno sono pronti i due D-Max Isuzu presentati per la prima volta ufficialmente meno di un mese fa nella cerimonia di Montecarlo. I due pick up Isuzu hanno superato brillantemente i test finali, e sono allineati in parco chiuso per la partenza. Edi Orioli ha avuto l’accortezza e l‘attenzione di verificare tra i primi:
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“Non si tratta di esperienza, ma di fortuna. Ma è bene levarsi di torno i grattacapi della formalità, perché si ha più tempo per prepararsi mentalmente alla gara. Ci sono un’infinità di cose da fare, preparativi dell’ultima ora che richiedono la massima attenzione e concentrazione.
Di fatto tutti noi non vediamo l’ora di sbarcare dal traghetto che ci porterà in Marocco, da dove inizia la gara vera e propria. Sinché si resta in Europa tutto è frenetico, ma possono solo arrivarti dei guai. In Africa il ritmo si adegua a quello delle esigenze della corsa e del deserto. La concentrazione sale, ma solo quella indirizzata sulle cose serie. Le due speciali del 31 e 1 gennaio non serviranno a granchè, ma ci consentiranno di tirare definitivamente le somme sul lavoro di Don Foster e GuidoToni. La macchina è stata molto ammirata, adesso tocca a noi dare un impulso concreto al lavoro di Midi Europe, che ha lanciato l’operazione”.
Hubert Auriol è stato acclamato come un figliol prodigo. Accanto al suo D-Max ha rilasciato una serie interminabile di interviste. Il suo ritorno alle corse e, soprattutto, alla Dakar, è una delle notizie bomba di questa edizione. Mancava da due anni, e negli ultimi dieci della Dakar il francese è stato il direttore. Logico che fosse al centro di un’attenzione particolare. “Lasciamo perdere il pregresso. Sono qui per correre, e se il pubblico è eccitato all’idea di rivedermi alle prese con la corsa, io lo sono ancor di più all’idea di questa nuova avventura. Come un quarto di secolo fa la vedo come una sfida personale, ed il desiderio di vincerla è adrenalina pura.”
L’operazione di Midi Europe, importatore e distributore del marchio giapponese, è giustamente venata di orgoglio. In un anno è stato realizzato un progetto ambizioso ma molto impegnativo. “La prima vittoria è nell’essere riusciti a rispettare la tabella di marcia”, dice Marco Vardabasso, coordinatore del progetto. “Costruire una nuova macchina, metterla a punto e fornirla a due piloti del calibro di Orioli ed Auriol non è uno scherzo. L’impegno è gravoso ma assai stimolante. Ma è anche il nostro lavoro. Non dimentichiamoci, infatti, che la nostra non è un’operazione esclusivamente sportiva o agonistica. È prima di tutto un piano di lavoro che ha come obiettivo un miglioramento del prodotto. Lo scorso anno abbiamo portato a Dakar quattro macchine assolutamente di serie. Quest’anno il collaudo continua. Abbiamo allestito due prototipi per testare a fondo un motore di serie. Pardon, quello che sarà il motore di serie che equipaggerà i pick-up di produzione a partire dal 2007. Quale migliore opportunità per mettere “al lavoro” una meccanica destinata… “al lavoro”?
Sarà una Dakar lunga, che probabilmente vivrà sul duello tra Peterhansel e l’armata tedesca di Volkswagen. Saranno 15 tappe di sicuro molto impegnative, nelle quali il nuovo regolamento instilla lo stress potenziale di una navigazione difficile. Sarà, come sempre, la corsa delle corse del deserto. La prova che è una parentesi di avventura nel panorama piuttosto asettico della vita di tutti i giorni e dello sport. Insomma, sarà la Dakar, con le sue sorprese, le sue tensioni, il suo fascino indiscutibile.
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Clay Regazzoni Team Isuzu - Lisboa-Dakar 2006
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Cerea, 23 Dicembre 2006,
I due D-Max sono pronti, I piloti e la squadra anche. Il Team Clay Regazzoni è pronto per la Dakar 2006. Edi Orioli, Hubert Auriol e tutti noi ci fermiamo per un giorno. Ci fermiamo per trascorre il Natale con le nostre famiglie. Subito dopo si perte per Lisbona, ed in men che non si dica La Dakar sarà iniziata.
Per questo vogliamo augurarvi Buon Natale, ed un Felicissimo Anno Nuovo, prima di essere nuovamente immersi totalmente nel nostro primo progetto del 2006.
Buon Natale e Felice Anno Nuovo
Coordinamanto Progetto: - MIDI Europe - Giancarlo Mirandola, Marco Vardabasso
Team Manager: - Clay Regazzoni
Equipaggi ISUZU D-Max - Edi Orioli - Pascal Rosolen - Hubert Auriol - Jean-Paul Forthomme
Contatto: - Luca Bertini
MIDI europe s.r.l. Via Crosaron, s.n. – 37053 CEREA (VR) – Tel. +39 0442.328212 – Fax +39 0442.328202– www.isuzu.it - www.isuzu.fr
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Clay Regazzoni Team Isuzu - Lisboa-Dakar 2006Presentazione Ufficiale
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Montecarlo, 15 Dicembre 2006,
Il Team Isuzu Clay Regazzoni per la Dakar 2006 è stato ufficialmente presentato al Forum Grimaldi, sulla terrazza che si affaccia sul golfo del Principato di Monaco. Una vettura, il pick up Isuzu D-Max, e due piloti che, insieme, detengono buona parte dei "diritti" della leggenda della Dakar. Edi Orioli ed Hubert Auriol. Insieme hanno vinto sette Dakar, il friulano quattro volte in moto, il francese due in moto ed una in auto. Ed Auriol è stato, per nove anni, il direttore del rally più famoso del mondo.
Clay Regazzoni, Team Manager della squadra, ha illustrato la storia e gli obiettivi del Team costruito attorno al progetto di Midi Europe, importatore e distributore per Italia, Francia e Svizzera dell'intera gamma Isuzu:
"Il Team è nato un po' per gioco, tra amici. Più corretto è dire che è nato per passione, poichè il Progetto Dakar dell'Isuzu Team Clay Regazzoni è tutt'altro che un'operazione scanzonata. Isuzu, che ha cominciato preparando una vettura di serie da collaudare in toto, è al terzo anno di partecipazione alla Dakar. Per l'edizione 2006 ha allestito un prototipo D-Max spinto dalla meccanica di serie che equipaggerà i veicoli giapponesi a partire dal 2007. La Dakar 2006 sottoporrà ai collaudi più severi che si possano immaginare, quindi, un motore destinato al grande pubblico. Edi Orioli, che ha guidato la vettura nel 2005, ottenendo in chiusura di stagione una vittoria nella categoria Diesel al Rally dei Faraoni, sarà affiancato da Hubert Auriol, che è stato il primo pilota a vincere la Dakar in moto ed in auto. Il Progetto Laboratorio di Midi Europe si presenta così con eccellenti contenuti tecnici e sportivi. L'obiettivo prioritario è concludere la corsa e quindi la sessione completa dei test. L'ambizione, difficile da celare, è quella di portare ancora una volta a casa un risultato di prestigio.
Edi Orioli, in compagnia del "navigatore" Pascal Rosolen, non nasconde la propria soddisfazione: "Abbiamo lavorato forte, con metodo ed obiettivi precisi. Adesso abbiamo una macchina con la quale possiamo puntare ad un ruolo da protagonisti. Don Foster e Guido Toni, i tecnici a cui è stata affidata la parte tecnica del progetto, hanno svolto con molta competenza il tema tecnico loro proposto da Midi Europe, ed il D-Max che partirà il 31 dicenbre da Lisbona ha le carte in regola per onorare il suo impegno a Dakar. Non dobbiamo pretendere di vincere, certo, ma sono certo che possiamo dire la nostra.
Hubert Auriol è raggiante. Dopo due anni di "limbo" torna alla Dakar da pilota ufficiale: "Quando Edi mi ha chiesto di affiancarlo nel Team Isuzu Clay Regazzoni non ho dovuto neanche pensarci. La conferma della mia adesione al progetto è venuta istintivamente, generata dall'entusiasmo. Amo l'atmosfera della Dakar, e sono felice di tornare con questa nuova sfida. Sono convinto dei mezzi che abbiamo a disposizione, del potenziale della squadra e dell'organizzazione logistica messa in piedi da Isuzu. Come Edi, che ho sempre ammirato per le sue grandi qualità di pilota e di uomo, aspetto soltanto il momento di sedermi al volante del D-Max, scambiare un cenno di "OK" con il mio coequipier Jean-Paul Forthomme, ed attendere il primo "Via!".
Ufficio Stampa Midi Europe
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